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sdraiato per non farsi vedere, bianco e tremante, sbatte- va le gambe e si dimenava bestemmiando e dicendo che per lui tutto era finito. La lancia passò a prua, il tonfo regolare del motore, avvicinandosi, gli accresceva la paura, si teneva la testa con le mani impressionando gli altri che non osavano muoversi e parlare. Il motore non si fermava e a questo stavamo sospesi. Poi si capì che de- viava allontanandosi verso il molo. Il bottegaio alzò la testa come si fosse liberato da un nodo scorsoio. Enrico, che spiava dall occhio di prua, assicurò che se ne anda- vano decisamente, ma il bottegaio non volle più sapere dell acquisto: la paura gli era bastata. Si rialzò, ci salutò stravolto ancora negli occhi, sca- valcò la murata e scese nella sua barca, dove già aspetta- va il figlio pronto a vogare. *** Per quanto in paese vi fosse la fiera, si fece un solo e modesto affare di tegole e di mattoni. Venne un giovi- notto slavo con il padre a comperare, perché doveva sposarsi e stava costruendosi la casa. Alto e snello nella sua giusta forza, biondo e sereno nel volto, accanto al padre che doveva avergli somigliato da giovine, si passa- Letteratura italiana Einaudi 177 Giovanni Comisso - Gente di mare vano per caricare nella loro barca i bei mattoni colore salmone che noi da bordo gettavamo a loro con moven- ze quasi di un ballo. Fatto questo affare e atteso invano tre giorni, visto che il tempo era propizio per passare la ventosa Bocca di Segna, il capitano decise di partire per l isola di Arbe. Partimmo all alba e si navigò con buon vento fuori dall isola che si allontanava con i suoi monti aspri di roc- ce. Poi il vento si fece contrario e ci toccò bordeggiare. Bordeggiate lunghe verso il mare aperto o verso l isola di Arbe tutta sinuosa e fitta di boschi. Il veliero si incli- nava con le vele piene di vento. Seduto accanto alla mu- rata, godevo della sicurezza nel rasentare le acque senza imbarcare. Enrico, ai piedi dell albero maestro dov era un poco di ombra, stava piegato sulle gambe intento a pulire i piatti della cena e canticchiava: Oh, com è bello il sole oh, quante fresche aiuole! Come azzurro è il nostro mar. Ma presto s interrompeva preso dal pensiero di me che l osservavo. Dopo il canto, nel volgere lo sguardo at- torno all orizzonte per vedere come andava la bordeg- giata diretta da suo padre, aveva qualcosa di appreso dalle donne di casa che smettono di cantare per riguar- dare dalla finestra giù sulla strada se qualcuno si è fer- mato ad ascoltare. Sentiva che l osservavo, me ne accorgevo dal suo ab- bassare le palpebre quando gli toccava di volgere il capo dalla mia parte, pure tra le ciglia doveva spiarmi. Se ac- cennavo a volergli parlare, non voleva comprendere. Nel vuotare sulla tolda arsa il mastello pieno di acqua sporca, cadde una forchetta dimenticata dentro. La rac- colsi e mi appressai per posarla insieme alle altre. Subito mi guardò con diffidenza e tra le labbra gli vidi brillare Letteratura italiana Einaudi 178 Giovanni Comisso - Gente di mare la saliva come pronto per sputarmela addosso. Il ballo di quella sera e il mio nome unito a quello di Emma sulla parete del tinello, dovevano avergli tolto ogni dubbio sulla ragione delle uscite di casa di sua sorella subito do- po cena, pettinata, profumata, con il bianco scialletto di seta sulle spalle che mi serviva così bene per individuar- la nel buio della piccola calle vicino alla spiaggia del ma- re. Passai a respirare il vento di prua che distoglie ogni pensiero. Ed Enrico con perfidia aveva ripreso a canta- re. La bordeggiata era stata lunga, quasi si era arrivati a isole prima confuse e questo diede così noia al capitano da decidere di fermarsi in una rada vicina, dove l anco- raggio era buono. Per giunta vi sapeva poco distante un grosso paese e sperava potesse intervenire l occasione di qualche affare. Già il veliero puntava alla rada che il capitano riusci- va a distinguere e non tardammo ad arrivarvi. Era una breve rada circondata tutto attorno dal declivio di un al- tura. L acqua chiara lasciava vedere il fondo, roveri e carpini contrastavano su dalle rocce disseminate dovun- que. Più su si vedeva un prato e qualche fico. L ancora affondò e ci fermammo poco distanti da terra. Smaniavo di scendere. Il capitano si calò nel caicco e mi invitò ad accompagnarlo. Enrico prese il remo. Il silenzio nel sole meridiano era rotto dallo stridore delle cicale, l aria era calda e aveva un altro sapore da quella del mare. I primi passi sul terreno duro furono traballanti. Enrico spiava sugli alberi se vi era frutta e il capitano se spuntavano tetti di case. Poi si accorse che avevamo lasciato indietro una casa quasi nascosta tra muriccioli di roccia e un grande albero e allora tornammo indietro. Nel breve cortile vi era un pozzo e Enrico si diede ad attingere. La casa era bassa, costruita di grosse pietre. Nella cucina due donne filavano la lana. Il capitano salutò con il suo sorriso cordiale e chiese dove fossero gli uomini. Le donne, una vecchia e l altra giovine, strette nella vita e Letteratura italiana Einaudi 179 Giovanni Comisso - Gente di mare pettinate con cura, ci dissero che sarebbero arrivati tra poco e ci diedero da sedere. La vecchia ordinò alla gio- vine di raccogliere fichi per noi ed Enrico andò con lei per arrampicarsi sull albero. Dall ombra della cucina si vedeva il mare. In un angolo una tavola rotonda di gros- sa pietra, tutta di un pezzo, stava sopra un ceppo di co- lonna. Credevo un lavoro di primitivi, ma la vecchia mi spiegò che suo marito l aveva fatta per lei come regalo di nozze. Suo marito comparve sulla soglia seguito da due altri salutandoci senza stupore. Non avevano bisogno né di tegole, né di mattoni. Allora il capitano li portò in di- sparte per parlare dei vestiti e dei berretti. Sapeva quella gente particolarmente avida ad acquistare di contrab- bando; difatti fu possibile trattare. «Posso comprare in società con un mio amico, ma non veniamo a ritirare la roba a bordo. Bisogna che voi ce la portiate sulla riva». Il capitano trattenne il respiro: «Ma la Finanza batte queste parti?» «Viene qualche volta di giorno, di notte è difficile». E continuò con tono speculativo: «Voi avete roba più buona della nostra e sapete che noi la deside- riamo, ma adesso ci portate tutta roba scarta. Io però me ne intendo e non pensate di imbrogliarmi». Il capitano si strinse nelle spalle: «Cosa volete che vi dica, venite a bordo a vederla. Per me è roba fina». E l uomo che era [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ] |
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