, Giovanni Pascoli Poemetti 

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dentro il morire fulgido del sole. 25
Pur non vibrava, vidi, a quando a quando
l orecchie della lunga ombra per quello
stornellamento così lungo e blando;
sì le volgeva appena a un ritornello
or chiaro come d anelante piva, 30
or aspro come d avido succhiello...
Su la carretta il carrettier dormiva.
iii
Russava nella strada solitaria
Schiuma, lo scalzo e rauco pescaiolo,
tuo figlio, o di marruche irta Bellaria. 35
Lo prese e vinse il vino di Bagnolo
nel suo ritorno; e l altro, a poco a poco
per non più fare la sua via da solo
(senza il bastone!), si fermò tra il fuoco
del vespro. Dietro, delle ondanti gote 40
egli ascoltava il buffar grande e roco.
L uno dormiva su le ceste vuote,
vidi passando: e l asino, St! dorme!
parve accennare alle sonore ruote.
L un su le ceste, e su le sue quattro orme 45
l altro, non meno immobile del primo.
Soltanto l ombra sua, lunga e deforme,
pasceva al greppo un vago odor di timo.
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Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
iv
E l uomo, con la cara anima invasa
d oblio, dormiva nella via maestra; 50
ma già la moglie l attendeva in casa.
Fosse andato pur là dove è maestra
gente in far teglie, sotto cui bel bello
scoppietti il pungitopo e la ginestra;
a Montetiffi; o dove, a Montebello, 55
passero solitario, ancor per uso
torni nel solitario tuo castello;
già l attendeva; e la capanna al Luso
più non udiva dell industre moglie
il fremebondo vortice del fuso; 60
ch ella destava il fuoco già, con foglie
secche, e stacciava, e poi metteva il piede
fuori, e le donne assise su le soglie
interrogava ad or ad or: Si vede?
v
Ma l uomo era lassù, lungi dal mare, 65
sul monte azzurro; e nol sapea: pian piano
credea seguire il suo tranquillo andare.
Anzi, calava d un buon passo al piano:
già balzellando si sentì di sotto
le tue selci sonanti, o Savignano. 70
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Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
Anzi, a San Mauro s era già condotto;
e sentiva sonar l Avemaria,
grave e soave, tra il fragor del trotto.
Anzi, alla Torre: e nella nera ombrìa
del parco udiva un ultimo fringuello, 75
mentre al galoppo egli svoltò la via.
Anzi, era giunto: urlava: Arri! mio bello.
L aria marina gli pungea la fronte,
e la rena legava: Arri!... Ma quello
era là, fermo, su l azzurro monte. 80
vi
 Schiuma, la rena lega! Uomo, la rena
lega le ruote! Il po di via che resta,
si farà certo con un po di pena;
ma è l ultimo! l ultimo! ma questa
è la mèta, è il riposo! Odi: col canto 85
delle mille onde il mare ti fa festa.
Avanti! Si va piano, ora; ma quanto
s è corso prima! O Schiuma, ecco Bellaria!
Avanti! ecco la gioia, uomo!  Frattanto
l asino è fermo, e l uomo sogna. Svaria 90
quel gruppo nero sul purpureo cielo.
I pipistrelli sbalzano per l aria.
Viene un suon di campane dietro un velo
di lontananza; e tutto si scolora.
Laggiù chiede una donna al mare anelo, 95
all ombra muta: Non si vede ancora?
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Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
IL TRANSITO
Il cigno canta. In mezzo delle lame
rombano le sue voci lunghe e chiare,
come percossi cembali di rame.
È l infinita tenebra polare.
Grandi montagne d un eterno gelo 5
pòntano sopra il lastrico del mare.
Il cigno canta; e lentamente il cielo
sfuma nel buio, e si colora in giallo;
spunta una luce verde a stelo a stelo.
Come arpe qua e là tocche, il metallo 10
di quella voce tìntina; già sfiora
la verde luce i picchi di cristallo.
E nella notte, che ne trascolora,
un immenso iridato arco sfavilla,
e i portici profondi apre l aurora. 15
L arco verde e vermiglio arde, zampilla,
a frecce, a fasci; e poi palpita, frana
tacitamente, e riascende e brilla.
Col suono d un rintocco di campana
che squilli ultimo, il cigno agita l ale: 20
l ale grandi grandi apre, e s allontana
candido, nella luce boreale.
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IL FOCOLARE
i
È notte. Un lampo ad or ad or s effonde,
e rileva in un gran soffio di neve
gente che va né dove sa né donde.
Vanno. Via via l immensa ombra li beve.
E quale è solo e quale tien per mano 5
un altro sé dal calpestìo più breve.
E chi gira per terra l occhio vano,
e chi lo volge al dubbio d una voce,
e chi l innalza verso il ciel lontano,
e chi piange, e chi va muto e feroce. 10
ii
Piangono i più. Passano loro grida
inascoltate: niuno sa ch è pieno,
intorno a lui, d altro dolor che grida.
Ma vede ognuno, al guizzo d un baleno,
una capanna sola nel deserto; 15
e dice ognuno nel suo cuore  Almeno
riposerò!  Dal vagolare incerto
volgono a quella sotto l aer bruno.
Eccoli tutti avanti l uscio aperto
della capanna, ove non è nessuno. 20
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iii
Sono ignoti tra loro, essi, venuti
dai quattro venti al tacito abituro:
a uno a uno penetrano muti.
 Qui non fa così freddo e così scuro! 
dicono tra un sospiro ed un singulto; 25
e si assidono mesti intorno al muro.
E dietro il muro palpita il tumulto
di tutto il cielo, sempre più sonoro:
gemono al buio, l uno all altro occulto;
tremano... Un focolare è in mezzo a loro. 30
iv
Un lampo svela ad or ad or la gente
mesta, seduta, con le braccia in croce,
al focolare in cui non è nïente.
Tremano: in tanto il bàttito veloce
sente l un cuor dell altro. Ognuno al fianco 35
trova un orecchio, trova anche una voce;
e il roseo bimbo è presso il vecchio bianco,
e la pia donna all uomo: allo straniero
omero ognuno affida il capo stanco,
povero capo stanco di mistero. 40
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Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
v
Ed ecco parla il buon novellatore,
e la sua fola pendula scintilla,
come un accesa lampada, lunghe ore
sopra i lor capi. Ed ecco ogni pupilla
scopre nel vano focolare il fioco 45
fioco riverberìo d una favilla.
Intorno al vano focolare a poco
a poco niuno trema più né geme
più: sono al caldo; e non li scalda il fuoco, [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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