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pore per le alte parole e profondissime sentenze che di- cea. A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen. CAPITOLO CINQUANTESIMO Come dicendo messa il dì de morti, frate Giovanni della Ver- nia vide molte anime liberate del purgatorio. Dicendo una volta il detto frate Giovanni la messa il Letteratura italiana Einaudi 121 I Fioretti di san Francesco dì dopo Ognissanti per tutte l anime de morti, secondo che la Chiesa ha ordinato, offerse con tanto affetto di ca- rità e con tanta piatà di compassione quello altissimo Sa- cramento (che per la sua efficacia l anime de morti desi- derano sopra tutti gli altri beni che sopra tutto a loro si possono fare) ch egli parea tutto che si struggesse per dolcezza di pietà e carità fraterna. Per la qual cosa in quella messa levando divotamente il corpo di Cristo e offerendolo a Dio Padre e pregandolo che per amore del suo benedetto figliuolo Gesù Cristo, il quale per ri- comperare le anime era penduto in croce, gli piacesse li- berare delle pene del purgatorio l anime de morti da lui create e ricomperate; immantanente egli vide quasi infi- nite anime uscire di purgatorio, a modo che faville di fuoco innumerabili ch uscissono d una fornace accesa, e videle salire in cielo per li meriti della passione di Cristo, il quale ognindì è offerto per li vivi e per li morti in quel- la sacratissima ostia, degna d essere adorata in secula se- culorum. A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen. CAPITOLO CINQUANTUNESIMO Del santo frate Iacopo da Fallerone; e come, poi che morì ap- parve a frate Giovanni della Vernia. Al tempo che frate Iacopo da Fallerone, uomo di grande santità, era gravemente infermo nel luogo di Molliano nella custodia di Fermo; frate Giovanni della Vernia, il quale dimorava allora al luogo della Massa, udendo della sua infermità, imperò che lo amava come suo caro padre, si puose in orazione per lui pregando Letteratura italiana Einaudi 122 I Fioretti di san Francesco Iddio divotamente con orazione mentale ch al detto fra- te Iacopo rendesse sanità del corpo, se fusse il meglio dell anima. E istando in questa divota orazione, fu ratto in estasi e vide in aria un grande esercito d Agnoli e San- ti sopra la cella sua, ch era nella selva, con tanto splen- dore, che tutta la contrada dintorno n era illuminata. E fra questi Agnoli vide questo frate Iacopo infermo, per cui egli pregava, istare in vestimenti candidi tutto ri- splendiente. Vide ancora tra loro il padre beato santo Francesco adornato delle sacre Istimate di Cristo e di molta gloria. Videvi ancora e riconobbevi frate Lucido santo, e frate Matteo antico dal monte Rubbiano e più altri frati, li quali non avea mai veduti né conosciuti in questa vita. E ragguardando così frate Giovanni con grande diletto quella beata schiera di Santi, sì gli fu rive- lata di certo la salvazione dell anima del detto frate in- fermo, e che di quella infermità dovea morire, ma non così di subito, e dopo la morte dovea andare a paradiso, però che convenia un poco purgarsi in purgatorio. Della quale rivelazione il detto frate Giovanni aveva tanta alle- grezza per la salute della anima, che della morte del cor- po non si sentia niente, ma con grande dolcezza di spiri- to il chiamava tra se medesimo dicendo: «Frate Iacopo, dolce padre mio; frate Iacopo, dolce mio fratello; frate Iacopo, fedelissimo servo e amico di Dio; frate Iacopo, compagno degli Agnoli e consorto de Beati». E così in questa certezza e gaudio ritornò in sé, e incontanente si partì dal luogo e andò a visitare il detto frate Iacopo a Molliano. E trovandolo sì gravato che appena potea parlare, sì gli annunziò la morte del corpo e la salute e gloria dell anima, secondo la certezza che ne aveva per la divi- na rivelazione, di che frate Iacopo tutto rallegrato nello animo e nella faccia, lo ricevette con grande letizia e con giocondo riso, ringraziandolo delle buone novelle che gli apportava e raccomandandosi a lui divotamente. Al- Letteratura italiana Einaudi 123 I Fioretti di san Francesco lora frate Giovanni il pregò caramente che dopo la mor- te sua dovesse tornare a lui a parlargli del suo stato; e frate Iacopo glielo promise, se piacesse a Dio. E dette queste parole, appressandosi l ora del suo passamento, frate Iacopo cominciò a dire divotamente quello verso del salmo: In pace in idipsum dormiam et requiescam, cioè a dire: «In pace in vita eterna m addormenterò e ri- poserò»; e detto questo verso, con gioconda e lieta fac- cia passò di questa vita. E poi che fu soppellito, frate Giovanni si tornò al luo- go della Massa e aspettava la promessa di frate Iacopo, che tornasse a lui il di ch avea detto. Ma il detto dì oran- do egli, gli apparve Cristo con grande compagnia d Agnoli e Santi, tra li quali non era frate Iacopo; onde frate Giovanni, maravigliandosi molto, raccomandollo a Cristo divotamente. Poi il dì seguente, orando frate Gio- vanni nella selva, gli apparve frate Iacopo accompagnato dagli Agnoli, tutto glorioso e tutto lieto, e dissegli frate Giovanni: «O padre carissimo, perché non se tu torna- to a me il dì che tu mi promettesti?». Rispuose frate Ia- copo: «Però ch io avevo bisogno d alcuna purgazione; ma in quella medesima ora che Cristo t apparve e tu me gli raccomandasti, Cristo te esaudì e me liberò d ogni [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ] |
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